Patrimonio Artistico

Il patrimonio artistico si è andato assottigliando a seguito del sisma datato 1976. Varie abitazioni dalla tipica architettura sono andate perdute. Restano alcuni esempi di edifici rurali con archi e ballatoi in legno in frazione Stolvizza e in località Coritis. Diversi e importanti anche i segni antropici lasciati dall'uomo e dalla storia come le antichissime meridiane collocate, in prevalenza, nei ricoveri dalpeggio (stavoli), gli affreschi esterni fra i quali spicca quello settecentesco di casa Lettig a Stolvizza, recentemente restaurato, le fornaci ed i mulini dislocati un pò ovunque lungo i corsi d'acqua del torrente Resia.

Diverse anche le opere rappresentanti la religiosità del popolo resiano. L'opera più importante è la statua lignea di Giacomo Martini intagliata nel 1535, resto di un vasto altare che è conservata nella Pieve di S. Maria Assunta in Prato. Il suo campanile, probabilmente settecentesco, è stato completato con la caratteristica "cipolla" nel 1824 da Pietro Craighero di Paluzza. Della chiesa di Oseacco, risalente al 1860, si è salvata la parte absidale con il mosaico raffigurante i SS. Vito, Modesto e Crescenzia e realizzato dalla Scuola Mosaicisti di Spilimbergo su cartone di Fred Pittino.

Artistic Heritage

The artistic heritage disappeared after the earthquake of 1976. Different habitations from the typical architecture went lost. Nowadays have remained just a few examples of rural buildings with arches and galleries made of wood in  the fraction of Stolvizza and in locality Coritis.  Different and  important anthropic signs left by man and by history as the ancient sundials placed, mostly in dalpeggio admissions (stavoli) exterior frescoes, among which stands out the one at Lambert House 18th century Stolvizza, recently restored, the furnaces and Mills scattered everywhere along the waterways of the Resia. Several representatives also works the Resia folk religiosity. His most important work is the wooden statue of Magbanua carved in 1535, the rest of a large altar that is preserved in the parish church of s. Maria Assunta in Prato. Its probably eighteenth-century Bell-Tower, was completed with the characteristic "onion" in 1824 by Peter Craighero of Paluzza. The Church of Oseacco, dating back to 1860, has saved the apse with Mosaic depicting the SS. Vito, Modesto e Crescenzia and produced by the school of Mosaicists Spilimbergo on Fred Pittino cardboard.
(Translation by Lara Micelli)

Monumenti

In capoluogo Prato si trova il monumento ai Caduti in guerra ed è stato inaugurato nel 1931. Collocato, in un primo tempo in Piazza Tiglio, dal 1956 è stato inserito nel giardino pubblico della medesima piazza.
In frazione San Giorgio il monumento ai Caduti, posto nel piccolo giardino dinnanzi la Chiesa, è stato costruito nel 1975 ed inaugurato da Mons. Alfredo Battisti, Arcivescovo di Udine.
In frazione Oseacco vi sono tre cappelle votive, costruite dagli abitanti di Oseacco, dedicate alla Madonna e risalenti al 1954: una sulla strada di accesso vicino al paese, una agli stavoli di Provalo e un'altra in quelli di Jama.
In frazione Stolvizza ci sono due monumenti ai Caduti. Il primo si trova nei pressi della Chiesa, sul bordo della strada e venne costruito nel 1920. Il secondo venne costruito nel 1967 e si trova in borgo Les.
All'ingresso della frazione Stolvizza, in Piazza dell'Arrotino,  si trova il monumento dedicato all'arrotino, ivi collocato l'8 agosto 1999, per ricordare questo umile mestiere. Lo stesso è stato realizzato dal C.A.M.A. - Comitato Associativo Munumento all'Arrotino, costituitosi il 20.09.1997 per la volontà di 8 arrotini.
Il monumento consiste in un grosso masso che vuol rappresentare il Monte Canin con incastrato un pregiato bassorilievo in bronzo raffigurante un arrotino in bicicletta.

Museo dell'Arrotino

Il museo dell'arrotino, collocato in frazione Stolvizza, custodisce le attrezzature utilizzate dagli arrotini (krosma - cassa di legno con mola a pedale trasportata sulla schiena e la bicicletta adattata e modificata al fine di agevolare gli spostamenti e permettere l'affilatura) nonchè una vasta raccolta di materiale fotografico.
La raccolta museale, fortemente voluta dal Comitato Associativo Monumento all'Arrotino, espone oggetti, attrezzi, fotografie e testi che illustrano l'evoluzione di questo mestiere nel tempo.

Monuments

In Prato there is the monument dedicated to the War Dead that was opened in 1931. Placed, at first in the Square of the Tiglio, since 1956 has been included in the public garden of the same square. In the hamlet of San Giorgio, the War Memorial, located in the small garden in front of the Church, was built in 1975 and inaugurated by Mons. Alfredo Battisti, Archbishop of Udine. In the hamlet of Oseacco there are three votive chapels, built by the inhabitants of Oseacco, dedicated to the Madonna dating back to 1954. In the hamlet of Stolvizza there are two monuments to the fallen.
The first is located near the Church, on the edge of the road and was built in 1920.
The second was built in 1967 and is located at the entrance to the village square of Stolvizza. Here stands the monument dedicated to the Grinder which was placed there, in August 8, 1999; to remind this humble profession. The same was achieved by C.A.M.A.-Associative Committee dedicated to the Grinders’ Monument, with the willingness of 20.09.1997 8 knife grinders. The monument consists of a large boulder that wants to represent mount Canin with framed a prized bronze bas-relief depicting a cycling grinder.
(Translation by Lara Micelli)

 

Recapiti ed orari apertura

Apertura: durante il mese di agosto tutti i giorni, nel restante periodo dell'anno su prenotazione.
INFO: Comitato C.A.M.A. Via Monte Sart, 12/a - Stolvizza di Resia
Presidente: Lettig Domenico
Responsabile del Museo: Giovanni Negro
tel/fax 0433/53554
e-mail: cama-resia@libero.it

 

Museo Etnografico della gente della Val Resia

In località Poje, a San Giorgio di Resia si trova il museo etnografico della gente della Val Resia, una vasta raccolta di materiale fotografico che testimonia la vita rurale e contadina prima e dopo il sisma del 1976, attraverso la ricostruzione dell'interno di una casa prefabbricata utilizzata dagli sfollati ed il recupero di strumenti legati al mondo del lavoro agricolo e dell'abbigliamento tradizionale.
A raccogliere alcune interessanti collezioni private è stata l'Associazione culturale "Museo della gente della Val Resia" che gestisce la struttura.

Recapiti ed orari di apertura

Apertura: durante il mese di agosto, nel restante periodo dell'anno su prenotazione.
INFO: Associazione culturale "Museo della gente della Val REsia" Via Udine 12 - Stolvizza di Resia
tel e fax 0433/53428
e-mail: rozajanskidum@libero.it

Museo della Latteria sociale di San Giorgio

In frazione San Giorgio si trova la restaurata latteria sociale, ora sede museale, ricompresa nel circuito dell'Ecomuseo.
Costituita ufficialmente nel 1928, era già operativa dal 1926.
Chiusa a seguito del sisma del 1976, riprende l'attività nel marzo 1977, per poi cessare definitivamente negli anni '80.
Vi si possono trovare attrezzature, utensili e documenti attestanti l'attività della latteria, nonchè quelli utilizzati dalle famiglie per la lavorazione del latte.

Recapiti ed orari di apertura

Apertura: durante tutto il periodo dell'anno su prenotazione
INFO: Comune di Resia Via Roma, 21 Resia
tel. 0433/53001 int. 2 - fax 0433/53392
e-mail: resia@com-resia.regione.fvg.it
Ente Parco Naturale delle Prealpi Giulie Piazza del Tiglio, 1 Resia
tel. 0433/53534 - fax. 0433/53129

Tradizioni e cultura

Le caratteristiche che contraddistinguono la Val Resia sono rappresentate dalle particolarità culturali, uniche che si esprimono nella musica, ballo e nei canti resiani, tramandati di generazione in generazione ed ancora, largamente praticati dalla comunità. La musica, con il violino e il violoncello, introdotti al posto di uno strumento simile alla cornamusa ed il ballo, ritmato ed accattivante, accompagnano le manifestazioni e feste tradizionali e le occasioni importanti della vita singola e di comunità (cerimonie religiose, matrimoni, festa dei coscritti, etc.) diventando una componente essenziale e indissolubile della festa stessa.
Questi interessanti aspetti possono essere scoperti durante le numerose manifestazioni che si svolgono durante l'arco dell'anno.
Spicca fra tutte le manifestazioni, il carnevale resiano, che risulta tra le massime espressioni genuine della tradizione popolare resiana, oltre ad essere fra le più arcaiche. Nato come rito profano propiziatorio della fertilità di nuovi cicli vitali e stagionali, è oggi una manifestazione popolare che coinvolge tutta la valle e attira centinaia di visitatori che giugnono da tutta Italia e dalle vicine Slovenia e Austria.
A garantire il divertimento è il fantoccio di paglia e stracci, re della festa, che istiga tutte le maschere al divertimento, confondendole nella mischia, dove saltellano colori e suoni diversi e le campanelle delle "lipe bile maskire", le <belle maschere bianche> che, con i loro nastri colorati e svolazzanti, annunciano l'arrivo della primavera e i cappelli fioriti propiziano il rigoglio della vegetazione.
Il carnevale si conclude il giorno delle Ceneri, quando il fantoccio viene processato, condannato e bruciato, così come re Saturno nei saturnali romani, che dopo essere stato il re della baldoria veniva sacrificato. Questa cerimonia conclusiva si è andata arricchendo nel corso degli anni di nuovi contenuti. Significato originale del rituale era di eliminare tutto ciò che fosse vecchio, malato, contaminato, trasferendolo sul fantoccio, rappresentato in forma animale, umana oppure come creatura della mitologia che morendo avrebbe liberato la comunità e la campagna da tutti i mali. Sul far della sera, tra il tripudio di alcuni e le urla di dolore degli altri il carnevale viene bruciato, la scena dell'uccisione è verosimilmente tragica, ma si tratta comunque di una morte liberatrice, condizione necessaria  perchè la vita possa rinnovarsi.
Prima, però, il crimine viene giudicato in un processo al quale partecipano fra gli altri, i ministri della giustizia e gli esponenti della chiesa, che puniscono il carnevale in veste di rappresentati dell'ordine costituito, per quelle ventate di disordine che ha portato. La sentenza dell'accusa è accompagnata da una predica ed entrambe precedono la morte del condannato, esprimendo da una parte il giudizio morale della Chiesa e dall'altro quello civile della corte sull'operato.
Le colpe sono piuttosto di natura economica ed etica. Si riconosce all'imputato il merito di aver divertito la gente che aveva partecipato alla festa, facendo così spendere loro molti denari. Si procede dunque ad accendere il rogo, mentre comincia la danza attorno al fuoco.
Bisogna infatti risvegliare le divinità sotterranee. Lo si fa battendo la terra  con i piedi cosicché il rito espiatorio della morte agreste si conclude con quello propiziatoria della rinascita della natura.
Il personaggio con paramenti ecclesiastici, al termini di questa cerimonia, quando del fantoccio non restano che le ceneri, ne lancia grosse manciate dal pulpito affinché il rito di rigenerazione possa concludersi in ogni sua componente.

 

Traditions and culture. Local dances and carnival.

The features that diversify the Resia Valley are represented by the cultural peculiarities, unique, that express themselves into music, dance and local songs, handed down from generation to generation and again, largely practiced by the community. The music, with the violin and the cello, introduced  in place of an instrument similar to bagpipes and dancing, rhythmic and captivating, accompanying events and traditional festivals and important occasions of life individual and community (religious ceremonies, weddings, party of conscripts, etc.). becoming an essential component indissoluble of the feast itself.  These interesting aspects can be discovered during the numerous events that take place during the year.  Stands out among all the events, the local carnival, that is among the best examples of genuine folk tradition, in addition to being one of the most archaic. This carnival was born as a propitiatory rite profane the fertility of new life cycles and seasonal, is now a popular event that involves the whole valley and attracts hundreds of visitors from all over Italy and from the adjoining Slovenia and Austria.
To guarantee the fun there is the puppet of straw and rags, kind of the festival, that provokes everybody  to have fun, confusing then in the crowd where jump colours and different sounds and the bells of the “beautiful white masks” that, with their coloured and flying ribbons , announce the arrival of springtime and flowered hats propitiate the luxuriance of the vegetation.  The carnival finishes the day of the Ashes, when the puppet is processed, condemned and burned,  as well as Kind Saturn in the roman saturnalia, who after having been the king of spree was scarified.  This conclusive ceremony has enriched of new contents during the years.  Original meaning of the ritual was to eliminate all that was old, sick,  contaminated transferring it to the puppet, represented in animal shape,  human or like a creature of the mythology that dying would have freed the community and the country from every evil.  In the evening, between blaze of some and the screams of pain of others, Carnival is burned, the scene of the killing is likely to be tragic, but it is still a liberating death, a necessary condition because life can be renewed. First, however, the crime is considered in a process which involves among other things, the Ministers of Justice and members of the church, which punish the carnival as represented by the established order, for the waves of chaos that resulted. The judgment of the claim is accompanied by a sermon and both before the death of the offender, expressing one hand, the moral judgment of the Church and on the other the civil court on the work.  The faults are rather of an economic nature and ethics. It recognizes the merit of the accused enjoyed the people who had attended the party, making them spend a lot of money. It then proceeds to light the fire, while one starts dancing around the fire. We must therefore awaken the gods groundwater. This is done by beating the ground with the feet so that the atonement of death ends with the rebirth of nature.
The character with vestments, at the end of this ceremony, when there are no more ashes of the puppet, he throws big handfuls from the pulpit  until the rite of regeneration can be concluded in each of its components.

(Translation by Lara Micelli)