La Pieve di Prato

Dal libro storico della Pieve di Prato si riscontra che esisteva, fin dal 1098 e quindi prima della costruzione dell'Abbazia di Moggio, una cappelletta della Beata Vergine sul Prato di Resia e questo riferimento viene riportato anche in seguito  su altri documenti. Durante i lavori, che si sono effettuati durante la fase della ricostruzione, è stata rilevata una graduale evoluzione dell'edificio della cappella primitiva. Quest'ultima è probabilmente individuabile nell'ambito dell'attuale corpo absidale (coro) con quella della muratura in pietra di maggiori dimensioni e alta circa 6 metri. E' ipotizzabile che alla primitiva cappelletta non fosse abbinato alcun campanile, ma che fosse dotata di veletta cioè una piccola struttura sopra il frontale della chiesa, come quella esistente sulla chiesetta di Poclanaz. nel sottotetto della navata laterale sud, quella che guarda verso piazza Tiglio, è stata rilevata la presenza di pietre angolari squadrate ad una distanza di circa 12 metri dal coro - 5,5 metri dal campanile e ciò può far ritenere che un primo ampliamento della chiesetta possa essere stato attuato in concomitanza con la costruzione del primitivo campanile (verso il XIII sec.) alto  fino alla prima cella campanaria, dotato di bifore romaniche poi trasformate in gotiche e venute alla luce dopo la sua ristrutturazione. Un successivo ampliamento avviene a cavallo del XVIII secolo e questo trova riscontro oltre che dagli evidenti segni di costruzione successiva, anche dalla diversità di materiali e tecnica usati. Un decreto datato 4 aprile 1693 testimonia la concessione a Pietro Stefanutti di Alesso, lo stesso della chiesa di Oseacco, di edificare il nuovo coro - 1698/1700. Tale ampliamento consisteva nell'allungamento della navata centrale fino al campanile, del suo innalzamento e della costruzione delle navate laterali. A testimonianza di ciò sul portale d'ingresso fu inciso nella pietra A.D. 1713 fui rennovata dalli benefattori di Resia. La consacrazione venne fatta il 24 giugno del 1718 dal Patriarca Daniele Delfino. Nel 1820/22 fu costruita la seconda cella campanaria e la copertura a cipolla. Nel 1843 venne costruita la cantoria riducendo così la navata centrale nella sua lunghezza. Nel 1856 il pronao - kuba. Gli effetti del sisma sulla chiesa sono risultati di notevole entità. Del vecchio altare in legno restano solo la statua lignea della Madotta con bambino e i gradini. La statua è opera dello scultore tolmezzino Martini. Esiste un regesto in data 5 maggio 1535 redatto a San Daniele da un notaio con cui si incarica Giacomo Martini di scolpire e dorare una pala o ancora per la Chiesa di S. Maria nella Villa di Resia. Il fonte battesimale è del 1657, le pile dell'acqua santa sono, una del 1657 e l'altra del 1722. Nel 1817 viene costruito il pulpito, nel 1849 viene installato l'organo, nel 1921 la chiesa viene decorata e poi altri lavori fino all'impianto di riscaldamento del 1971. Il culto verso la Beata Vergine di Resia da parte di altre popolazioni vicine ha origini remote e un tempo in pellegrinaggio venivano gli abitanti di Moggio, Resiutta, Chiusaforte, Dogna, Amaro, e Venzone. A causa della prima guerra mondiale, i pellegrinaggi cessarono salvo alcuni che ripresero il voto successivamente come Amaro fino al 1934 e Chiusaforte-Dogna fino al 1950. La Madonna Assunta dai Resiani è venerato e adorata. Un tempo era colma di medaglie e catenine pregevoli, segni di devozioni e grazie ricevute. Ora è ritornata nella Sua Casa originaria e siamo certi che da lì continuerà a proteggerci e a vegliarci come sempre.
(curato da don Gianni Pellarini)